La trasformazione digitale all’interno delle aziende sta avvenendo molto velocemente e l’Intelligenza Artificiale (AI) è pronta per entrare sempre di più nei diversi settori di business. Bisogna chiedersi, però, se il mondo del lavoro è pronto ad accogliere questi cambiamenti.

Secondo una ricerca della multinazionale di consulenza manageriale McKinsey, sempre più aziende stanno puntando sull’AI: si stima che questa tecnologia nel solo 2016 abbia attirato quasi 39 miliardi di dollari di investimento, crescendo molto più velocemente di quanto ci si aspettasse.

Le aziende, infatti, vedono nell’Intelligenza Artificiale una possibilità di aumentare i propri profitti, migliorando allo stesso tempo i propri processi interni.

La ricerca condotta è davvero ben strutturata e capace di offrire un quadro completo su questo tema in quanto raccoglie ben 3.000 survey provenienti da quelle aziende di tutto il mondo che per prime hanno adottato soluzioni di AI.

Chi ha puntato sull’AI?

Dopo anni di false promesse ed enormi investimenti, l’Intelligenza Artificiale sta iniziando a mostrare dei ritorni positivi in quelle aziende che da subito hanno deciso di crederci, nonostante i risultati, in alcuni casi, abbiano richiesto più tempo di quanto ci si aspettasse.

Tra queste prime promotrici vi sono le società che operano nel campo tech, finanziario, dell’automotive e delle telecomunicazioni, che hanno visto in questa tecnologia un’opportunità per migliorare diverse componenti del loro business.

Queste aziende vengono definite come Early Adopter.

Aver investito sin dall’inizio nelle nuove tecnologie fa sì che adesso vi sia un gap tra loro e le società che operano in altri settori, come quello dell’entertainment, del turismo o del retail, e che stanno iniziando solamente adesso ad adottare soluzioni di AI.

Il divario si è ormai già creato, soprattutto considerando quanto veloce sia ora l’evoluzione tecnologica.

Una possibilità per rimanere al passo consiste nell’emulare le soluzioni vincenti già utilizzate dagli Early Adopter e calarle all’interno della propria realtà di business. Così facendo si conoscono già quali potrebbero essere i benefici derivanti e grazie a quali tecnologie.

Queste società, anche se impaurite, non dovrebbero aspettare ulteriormente per adottare l’AI, per non far crescere ancora di più questo divario.

I vantaggi dell’AI

Le aziende che decidono di utilizzare AI traggono valore in tutte i quattro aspetti principali del loro business:

  • nella progettazione: la ricerca e lo sviluppo diventano molto più semplici e veloci;
  • nella produzione: i processi sono ottimizzati al massimo;
  • nella promozione e nella vendita: è possibile avere una maggiore targetizzazione;
  • nella User Experience: ad esempio tramite l’adozione di un Chatbot.

In molti vedono nelle soluzione dell’AI una minaccia per i posti di lavoro ma non è così: l’investimento tecnologico richiederà sempre di più persone con le competenze per sviluppare nuove soluzioni e le funzioni automatizzate libereranno i dipendenti da quelle componenti più ripetitive del loro lavoro, lasciando maggiore tempo per quelle attività ad alto tasso di creatività e complessità.

Inoltre, i robot non potranno mai sostituire l’uomo. Si pensi al caso dei Chatbot usati nel Customer Care: questi sono in grado di risolvere i problemi più comuni che un cliente può avere, ma nel caso di domande complesse o nuove a cui non il software non sa far fronte, è necessario richiedere l’intervento di un operatore umano.

Il Chatbot, quindi, non elimina il contatto tra cliente e persona fisica ma semplicemente permette di smistare più velocemente richieste semplici, migliorando la Customer Experience ed aumentando l’efficienza del servizio.

Dalla ricerca emerge così come l’Intelligenza Artificiale sia un fattore chiave per il successo futuro delle aziende che devono decidere ora, che sono ancora in tempo, se salire sul treno di questa innovazione tecnologica oppure se rischiare di perderlo.

 

 

Sources: Mckinsey, Visual Hunt