Come potrebbe essere il futuro se il ruolo medico – paziente fosse invertito?

Se invece di essere noi a richiedere un appuntamento dal medico, fosse lui stesso a chiamarci per concordare una visita dopo aver notato qualche irregolarità nei nostri esami e nei nostri “Digital Health Data”?

Sarebbe dapprima una rivoluzione nel sistema sanitario e poi nell’utilizzo delle tecnologie e dei dati digitali nel mondo della salute. Ma ogni rivoluzione richiede un cambiamento o, meglio, in questo caso una sorta di evoluzione.

È giusto pensare che un cambiamento avvenga solo quando ogni singolo individuo fa la sua parte ma il vero cambiamento, duraturo nel tempo, accade quando il sistema crea le condizioni adatte.

Se volessimo ipotizzare una rivoluzione tecnologica per migliorare la vita del paziente, questa dovrebbe avvenire nell’assistenza sanitaria di base, dove avviene il primo contatto, ossia la Primary Care, fra l’individuo e la sanità.

Per provare ad esplorare lo scenario futuro, però, bisogna prima comprendere bene la situazione della Primary Care attuale.

 Com’è la Primary Care di oggi?

Al giorno d’oggi non è qualcosa di pro-attivo, si tratta piuttosto di un’entità reattiva: i pazienti consultano i medici quando accusano già dei problemi e, d’altro canto, i medici sono così tanto sommersi dai loro compiti quotidiani che possono dedicarsi attivamente solo alla cura delle malattie più gravi.

Un altro problema che penalizza l’healthcare è la mancanza di una banca dati centralizzata che permetta di avere sempre disponibili ed accessibili tutti i dati dei pazienti. E se anche esistesse un database, sarebbe comunque molto difficile analizzare i dati poiché gli attuali sistemi di “data processing” sono poco efficienti.

Ma le sfide non si fermano qui. La carenza dei medici è un fenomeno globale: come stimato dal WHO (World Health Organization) mancano 4.3 milioni di HCP (Health Care Professionals), e allo stesso tempo la necessità di servizi sanitari è in costante aumento perché da una parte aumentano le cosiddette malattie della civiltà moderna (come il diabete e l’obesità) e dall’altra la popolazione, vivendo sempre più a lungo, ha bisogno di cure e attenzioni crescenti.

Tutto questo si traduce in infinite code di attesa per essere visitati dal medico o per effettuare esami diagnostici, in procedure lunghe e costose (e talvolta non necessarie), in una patient engagement casuale e in ultimo, ma non per questo meno importante, in un rapporto medico-paziente sbilanciato.

 Di cosa abbiamo bisogno per mettere in atto il cambiamento?

Di una sola cosa: dati! Abbiamo bisogno di più dati e, naturalmente, di un cambio di atteggiamento nella loro gestione e nel loro utilizzo.

I dati sono fondamentali per una Primary Care all’altezza: conoscere i pazienti, le loro condizioni e le loro malattie permette di capire come curarli in modo efficace e completo.

Gli Healthcare Tracker, i sensori ed i wearable possono aiutare i medici a monitorare i parametri vitali dei pazienti ed aiutarli ad arrivare ad una diagnosi precoce di una eventuale patologia grazie alla moltitudine di “biometric data” messi a disposizione dal device.

Per comprendere meglio la potenzialità della tecnologia ed il suo impatto sulla salute potrebbe tornare utile un semplice esempio: a Gennaio 2016, un uomo si è presentato in un ospedale nel New Jersey in America per un malore. I medici, dopo aver rilevato un battito irregolare, gli hanno diagnosticato una fibrillazione atriale, un’aritmia comune ma che aumenta il rischio di ictus. Prima di procedere alle cure, avevano bisogno di capire per quanto tempo il cuore avesse battuto in modo irregolare ed è stato proprio in quel momento che uno dei medici ha notato un Fitbit al polso del paziente; grazie ai dati raccolti dal dispositivo sono quindi riusciti ad avere le risposte che cercavano.

Questo esempio dimostra quanto possano essere utili i dati estratti dai wearable durante una diagnosi.

 Come sarà una visita medica in futuro?

Provate ad immaginare questo scenario di Primary Care: nel 2020, un paziente chiede ad un Healthcare Chatbot di trovare l’elenco dei medici nella zona in cui abita, tramite un semplice smartphone. Dopo averne trovato uno di suo gradimento, il Chatbot fisserà un appuntamento per il giorno successivo. Quando il paziente arriverà in clinica, il medico avrà già consultato tutti i suoi dati clinici pregressi. Il paziente porterà con sé tutti gli esiti dei nuovi esami, compresi i dati ottenuti dagli Health Tracker che usa per monitorare la sua attività fisica, la pressione sanguigna e la qualità del sonno.

Il medico potrà quindi lasciare al paziente una “fotografia” del suo stato di salute e dei rischi collegati ad eventuali patologie. Medico e paziente potranno quindi lavorare insieme ad un piano di prevenzione personalizzato e ad un adeguamento dello stile di vita, rendendolo più sano.

Analizzando questo scenario si evince che il medico del futuro sarà più che altro un Health Coach: interpreterà gli ‘health data’ raccolti ed elaborati con l’aiuto della tecnologia e, se i risultati non saranno ottimali, potrà dare consigli sullo stile di vita e prescrivere gli esami da effettuare e quando farli. Inoltre potrà costantemente osservare e controllare le irregolarità in base ai dati ottenuti. Dal canto suo il paziente diventerà più proattivo potendo condividere con il medico i dati raccolti dal proprio Health Tracker. Questo significa che il paziente del futuro potrà ricevere in qualsiasi momento consigli e suggerimenti dalla comunità clinica anziché prescrizioni solo nel momento del bisogno.

Il valore aggiunto del nuovo modello si traduce in un risparmio di risorse in termini di tempi e costi e in una medicina personalizzata più in linea con le necessità e le problematiche del singolo individuo.

La riflessione da fare è su come aiutare i medici ad inserire il “digital” nella loro Primary Care.

Le barriere quando si parla di tecnologie digitali nell’healthcare sono molte: perlopiù si tratta di una mancanza di tempo associata al fatto che i medici per tradizione vengono formati per curare le malattie più che per attuare piani di prevenzione. Inoltre le risorse che la sanità dedica alla prevenzione sono limitate perché i risultati sulla popolazione sono visibili solo a lungo termine.

Bisogna quindi trovare il tempo e le risorse per inserire sempre di più la tecnologia nella sanità per arrivare ad un futuro dove digital e healthcare saranno una cosa sola.

 

Source: medicalfuturist