Il riconoscimento facciale, seppur sviluppato e sperimentato sin dagli anni ’60, sta trovando solo negli ultimi anni una serie di campi di utilizzo.

Questa branca dell’Intelligenza Artificiale permette di identificare una persona con un indice di errore attualmente molto basso tramite l’analisi biometrica e l’elaborazione digitale del viso.

Prima di questa soluzione ad essere utilizzata era l’analisi biometrica dell’impronta digitale, ma la bassa sicurezza di questa tecnologia ha spinto i big del tech a trovare un’altra strada che potesse garantire più affidabilità nel custodire i dati.

Esistono due grandi tipologie di riconoscimento facciale e numerosi ambiti di applicazione, ognuno dei quali porta con sé sia vantaggi che rischi.

Il riconoscimento facciale 2D

Le soluzioni basate su questa tipologia di misurazione biometrica puntano a riconoscere i volti delle persone all’interno di un contesto bidimensionale, tramite l’utilizzo di un software in grado di individuare la stessa persona all’interno di fotografie differenti.

Molte società l’hanno adottata sin da subito sviluppando soluzioni ad hoc. Google l’ha incorporata nel suo Google Foto: il riconoscimento automatico del volto permette di identificare un determinato individuo e di memorizzare le foto seguendo un raggruppamento per persona. Una cosa simile avviene anche in Facebook, dove il riconoscimento del viso nelle foto pubblicate permette di taggare immediatamente le persone presenti.

Il riconoscimento facciale 3D

Dietro ai software di riconoscimento facciale tridimensionale, vi è una tecnologia e una serie di passaggi molto più complessi:

  • Rilevamento del viso, tramite sensori di prossimità, che permettono l’attivazione della fotocamera;
  • Allineamento per determinare la posizione della testa, inclinazione e dimensioni;
  • Misurazione, solitamente tramite un sistema infrarossi, per creare un modello del viso tridimensionale, univoco per ogni persona;
  • Rappresentazione tramite un algoritmo dei dati misurati che permettono di rappresentare il volto;
  • Confronto del volto con altri presenti all’interno del database per vedere se quello rilevato corrisponda ad uno già conosciuto;
  • Identificazione per controllare per l’ultima volta se il volto rilevato sia quello autorizzato per effettuare l’operazione.

Windows Hello fu una delle prime società ad inserire questo sistema di sicurezza permettendo l’accesso agli utenti di Windows 10 sorridendo alla webcam.

Questo tipo di soluzione rappresenta anche una delle principali novità introdotte da Apple per il nuovo iPhone X: il Face ID andrà a sostituire il Touch ID attualmente presente sui dispositivi di Cupertino e permetterà di sbloccare il proprio dispositivo.

Per poter funzionare è necessario che la prima volta il sensore fotografico crei una mappa tridimensionale del volto e per farlo dovrà scattare una serie di fotografie. Contemporaneamente, tramite una camera ad infrarossi proietta più di 30 mila punti sul volto: sono le coordinate necessarie per ricreare una copia fedele del volto, da memorizzare nel processore.

Grazie agli infrarossi, è capace di funzionare anche al buio e di permettere lo sblocco del dispositivo anche in condizioni di scarsa illuminazione. L’immagine memorizzata viene ad ogni login perfezionata tramite l’acquisizione di altre foto o altre misure biometriche, che renderanno possibile sbloccare lo smartphone anche se non si guarda frontalmente la camera.

La soluzione viene considerata talmente sicura che sarà utilizzata anche su Apple Pay, per effettuare il pagamento quando l’utente compra le applicazioni.

I possibili ambiti di utilizzo

Soluzioni basate sul riconoscimento facciale si stanno diffondendo per scopi diversi. In alcuni casi permettono di rendere più facilmente utilizzabili alcune funzionalità: un esempio è la possibilità di scattare una foto solo quando la fotocamera rileva un sorriso.

Ma ci sono anche altri campi di utilizzo, slegati da quello di garantire una maggiore protezione del proprio dispositivo mobile.

Proprio come avviene con altri segmenti dell’Intelligenza Artificiale, la tecnologia di riconoscimento facciale sta migliorando giorno dopo giorno grazie alla raccolta di dati che permettono di costruire una serie di algoritmi predittivi, utilizzati poi dal software per decifrare con sempre maggiore certezza tutte le diverse espressioni del viso.

Uno sviluppo di questo tipo lascia prevedere che probabilmente questo tipo di soluzione verrà utilizzata in un futuro non troppo lontano per “spiare” i consumatori: come reagiscono, ad esempio, quando visualizzano un prodotto su un e-commerce o una pubblicità su un social network potrebbe svelare quale chiave utilizzare per spingere maggiormente all’acquisto. L’analisi della reazione facciale, come un sorriso o un picco di attenzione, potrebbero infatti evidenziare il fatto che il cliente ha mostrato un interesse sincero per un determinato prodotto e che quindi è probabilmente propenso all’acquisto.

Il mondo dell’e-commerce può trarre un altro vantaggio da questa tecnologia: abilitare i propri clienti al pagamento tramite il riconoscimento del volto. In Cina il colosso Alibaba ha già integrato questa soluzione all’interno della sua applicazione, garantendo così più sicurezza nelle transizioni economiche online.

I problemi della sicurezza dei dati

Se da una parte pagare tramite il riconoscimento facciale rende più sicura la transazione economica, non dovendo immettere i dati della carta di credito, che può essere clonata o rubata, ed evitando che chiunque prenda il dispositivo possa procedere ad acquistare qualcosa su Internet, dall’altra ci si interroga anche sui rischi legati alla privacy e alla sicurezza dei dati raccolti.

Apple ha assicurato che le immagini salvate per il Face ID non sono in alcun modo salvate né su una parte facilmente accessibile del dispositivo, né su Cloud e che rimangono memorizzate al sicuro in una parte inaccessibile dell’hard disk solo per una prima fase iniziale, necessaria per l’elaborazione dell’algoritmo di riconoscimento.

Permane il problema legato anche al riconoscimento facciale bidimensionale che, grazie ad apposite app, partendo da una semplice foto permette di individuare con sicurezza tutti i canali social e le pagine Internet in cui appare quella persona, con problemi legati alla privacy. Basta infatti scattare una foto ad un qualsiasi passante per avere accesso, dopo pochi istanti, a tutte quelle informazioni che non ha protetto sui suoi social.

Ad oggi, il rilevamento facciale sembra essere la soluzione biometrica preferita dagli sviluppatori, garantendo più sicurezza rispetto all’impronta digitale o riconoscimento vocale. Si porta però con sé un problema attuale che è quello della gestione dei big data e della privacy, che si fa sempre più complesso e difficile da gestire, anche per la mancanza di norme comuni.

 

 

Sources: VentureBeat