Nel corso del 2016 Vidiemme ha preso parte all’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali del Politecnico di Milano, un lavoro durato 9 mesi e che ha coinvolto istituzioni culturali ed enti fornitori attivi nel settore.

Il percorso è stato molto interessante e coinvolgente in quanto aveva come obiettivo quello di studiare il livello dell’offerta tecnologica e lo stato dell’arte delle istituzioni culturali per creare un connubio quanto più efficace ed efficiente tra le due parti.

Sono state prese in considerazione diverse tipologie di analisi, tra cui lo studio di come viene valorizzato e sfruttato il patrimonio a disposizione di musei e di luoghi dedicati alla cultura e il paragone delle competenze tecnologiche di aziende e startup italiane con quelle del panorama internazionale.

Come spiega Nicoletta Pagani, Marketing Manager di Vidiemme, nella video-intervista riportata in seguito, “Il primo elemento differenziante è rappresentato dall’allocazione e dall’entità dei finanziamenti.

Nonostante questo c’è una sostanziale competitività delle startup italiane nello sviluppo, nella complessità e nel livello tecnologico delle soluzioni dedicate alla fruizione e al supporto delle visite museali.

Il focus delle aziende internazionali, invece, si concentra soprattutto sul mercato della vendita di beni online, e dei servizi di ticketing e booking su web, attività che in Italia non sono così approfondite.” continua Pagani.

“L’Italia ha un patrimonio artistico da valorizzare e la tecnologia è sicuramente in grado di farlo, aprendo la fruizione anche a diverse fasce di pubblico che in questo momento spesso non hanno accesso ai beni culturali.”

“L’importante, per le istituzioni culturali, è comprendere qual è l’obiettivo e aziende come Vidiemme si occupano principalmente di essere dei consulenti strategici per andare a identificare il focus su cui puntare e come la tecnologia possa andare ad aiutare, ponendo l’opera d’arte al centro dell’esperienza di fruizione.”

 

 

Il percorso intrapreso dall’azienda milanese in questo settore è lungo e variegato ed è sempre stato basato sul principio di porre al centro del lavoro il rispetto e l’ascolto delle necessità dell’ente beneficiario e del pubblico di riferimento.

Laura Faedda, Sales Representative di Vidiemme, spiega nel video estratto dall’intervento fatto all’evento dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali, come sono nati i progetti dell’azienda nel settore artistico museale, da cosa sono stati ispirati, le tecnologie usate e le esigenze che hanno mosso il beneficiario.

Le soluzioni sviluppate rientrano nell’ambito mobile, wearable e IoT e hanno lo scopo di guidare il cittadino, il turista e il visitatore di musei in un’esperienza innovativa che permetta di rapportarsi e vivere la città esaltandone l’interazione e la fruizione, anche per le persone affette da disabilità.

Laura Faedda precisa inoltre che “Importantissima è stata l’individuazione dei bisogni specifici delle singole realtà culturali che potevamo andare a soddisfare attraverso il supporto delle tecnologie. Ciò che abbiamo percepito come un punto di forza è l’individuazione di una strategia e la traduzione della stessa in un piano di attività con un’ottica non puramente tattica, ma di medio e lungo periodo, accettando di gestire le nostre attività con un’ottica sperimentale.”

 

 

Trattandosi di sperimentazioni è chiaro che spesso ci si sia dovuti scontrare con i limiti dei progetti a cui si lavorava.

Bisogna infatti considerare le tempistiche a breve termine che facilitano le problematiche relative agli investimenti spesso non sufficienti o l’utilizzo di tecnologie sperimentali che non sono mai uscite dalla loro fase prototipale.

Questo non ha fermato Vidiemme che si è sempre posta come consulente strategica portatrice di innovazione a servizio dell’ente con cui si stava interfacciando.

Il lavorare a progetti in questo settore è stato per Vidiemme fonte di grande ispirazione e di crescita sia dal punto di vista tecnologico, andando ad aumentare il know how di sviluppo, che da quello consulenziale, affinando le capacità di ascolto e di analisi delle esigenze dell’interlocutore.