Da soluzione obbligata a formula che è entrata a pieno regime nel nostro New Normal, lo smartworking continua ad essere la modalità preferita da lavoratori e aziende.  

 
Il mondo del lavoro ha subìto un grande cambiamento nell’ultimo periodo: il lavoro in presenza è una modalità, per la maggior parte delle aziende, ormai sorpassata. Difatti l’emergenza Covid ha modificato il contesto e l’ambiente in cui le professioni trovano realizzazione, e a seguire le interazioni tra le persone si sono modellate a nuove disponibilità, preferenze e bisogni professionali e personali. 

In questi mesi, Vidiemme ha condotto una survey dal titolo “Smart-workplace e il New Normal: la tua visione dello Smart Working”, per indagare come le persone hanno vissuto il Remote Working, in collaborazione con professionisti che si occupano di creare soluzioni digitali adatte a tutti coloro che lavorano da remoto.
 

Il paradosso dello Smart-working: un’analisi 

I dati emersi dal questionario, condotto su un target di età compresa tra i 20 e i 60 anni provenienti da tutto il territorio nazionale, dimostrano che, per la maggioranza dei rispondenti, l’esperienza generale dello Smart Working è stata apprezzata, con un punteggio di 7,6 su 10. 

Il lavoro da remoto, tra i principali vantaggi che offre, ha sicuramente consolidato il work-life balance, ossia ha permesso di alternare e far convivere la vita lavorativa con quella privata. 

In particolare, un buon numero degli intervistati sostiene che i momenti dedicati agli hobby e al tempo libero siano aumentati a beneficio della cura della propria persona, dei rapporti interpersonali e familiari.

Nonostante la maggior parte preferisca lavorare da remoto per un maggior comfort, tranquillità e migliore efficienza, l’importanza del confronto in presenza e del contatto umano tra colleghi resta uno degli aspetti più decisivi e avvaloranti, anche nel post-Covid. Infatti, tra i fattori negativi dell’esperienza dello Smart Working, al primo posto si posiziona la solitudine
Come riporta Gartner in uno dei suoi sondaggi, il lavoro da remoto porta con sé un paradosso: da un lato la mancanza di distrazioni ha aumentato la produttività, ma dall’altro lato la carenza di interazioni sociali ha portato gli smartworker a soffrire maggiormente la lontananza, con un calo importante del senso di appartenenza.

Come si incontrano queste due esigenze: lavorare con i comfort della propria abitazione e la necessità professionale dell’incontro in presenza con i colleghi? 

Vidiemme e l’approccio ibrido 

In accordo con quando affermato da Gartner, le aziende e i CIO sono sfidati a costruire un ambiente di lavoro agile e collaborativo, che soddisfi contemporaneamente le richieste delle persone che chiedono una maggiore flessibilità. 

Oggi grazie all’introduzione del Green Pass, oltre a tutte le misure necessarie, per la maggior parte delle aziende, è possibile rientrare on-site e garantire così uno spazio di lavoro e condivisione per quanto possibile sicuro e appropriato.  Anche Vidiemme come full Smart Working company si è adattata ai vari cambiamenti portati dalla pandemia, senza scardinare la sua identità. 

“Uno dei nostri cavalli di battaglia è puntare sul lavoro di squadra: crediamo nella creazione di un team coeso di appassionati per la tecnologia, in cui al primo posto non può mancare l’attenzione alla persona” sottolinea Luca Valsecchi, CEO di Vidiemme.

Perciò abbiamo optato per una soluzione di totale Smart Working, con la possibilità di lavorare presso i nostri uffici, adottando una modalità del tutto ibrida e agile, dove produttività e senso di appartenenza si possono incontrare, senza confliggere. 

 

 

Sources: Gartner – Out of Sight, Out of Mind? Managing the Remote Worker; McKinsey – It’s time for leaders to get real about hybrid