È passata poco più di una settimana dall’F8, la conferenza degli sviluppatori di Facebook, e le novità proposte sono state molte, suscitando opinioni e commenti di diverso tipo.
Ma la certezza è una: Facebook in futuro non sarà più quello che conosciamo oggi, ovvero un luogo virtuale in cui incontrare i propri amici reali, vedere cosa fanno e messaggiare con loro. O meglio non sarà più solamente questo. L’obiettivo a lungo termine è infatti quello di costruire una comunità, come ha dichiarato Mark Zuckerberg nel discorso di apertura della conferenza. Gli strumenti messi in campo sono molti ma la scommessa è solo una: usare la realtà virtuale come futuro per la socializzazione.
Funzionerà? Quali altre vie vengono percorse oggi per rendere le nostre interazioni con gli altri sempre più facili e immediate?
Facebook e la VR
L’idea si basa su quello che è il concetto di fondo da cui è nato il Social Network più utilizzato al mondo: avere tutti i propri amici raggruppati in un unico luogo, nonostante le distanze fisiche e il fatto che ci si trovi in diverse parti del mondo.
Se fino ad ora le interazioni previste riguardavano like e commenti alle foto, l’obiettivo futuro è quello di trovarsi tutti attorno seduti ad un tavolo virtuale in un mondo virtuale dove realmente vedersi e interagire attraverso l’ausilio di visori. Secondo Facebook sarà proprio questo il futuro della socializzazione.
La teoria è sostenuta dal fatto che durante il celebre F8 sono stati diversi i prodotti e le novità introdotte, ma l’attenzione è stata particolarmente focalizzata sulla realtà virtuale.
La new-entry in assoluto è stata Spaces, la nuova applicazione in VR, che permette di chattare con i propri amici in un mondo virtuale riprodotto in 3D.
Questo è il primo vero esempio di come Facebook stia pianificando di muoversi in futuro, ma l’idea è ben chiara: rendere la realtà virtuale uno strumento per favorire la socializzazione.
“La VR è una tecnologia che ci da cose che nessun altro tipo di tecnologia è stata in grado di darci prima d’ora: una sensazione magica di presenza, l’idea di essere realmente insieme ai nostri amici nonostante le distanze,” ha detto Rachel Franklin, il capo del “social VR”, durante l’annuncio dell’applicazione.
Per creare questo feeling e renderlo quanto più reale possibile, Facebook Spaces permette di realizzare un avatar a cartone animato che rappresenta l’utente nel mondo virtuale. La realizzazione avviene partendo da una foto di Facebook dell’utente e riadattandola al nuovo mood. Più persone possono entrare a far parte di questo mondo virtuale contemporaneamente e possono interagire tra loro chattando come di consueto utilizzando l’Oculus Touch, i controlli manuali capaci di riprodurre gli arti superiori nell’ambiente simulato, che permettono all’avatar di muovere le braccia. Ma le abilità grafiche non si limitano alle figure umane. Tramite la VR è infatti possibile realizzare anche gli ambienti in cui le figure virtuali vengono poi inserite prendendo spunto proprio dalle foto trovate sul profilo Facebook dell’utente. In questo modo gli avatar risultano non solo inseriti all’interno di uno spazio ben contestualizzato, ma quest’ultimo rappresenta addirittura ricordi, esperienze e momenti reali ben precisi della vita di chi utilizza l’app.
E l’applicazione è fruibile anche per coloro che non hanno Oculus Rift.
Anche chi non dispone del wearable potrà addentrarsi nel mondo virtuale realizzato da Facebook tramite video chat su Facebook Messenger.
Antonia Hamilton, una neuro-scienziata specializzata nella sfera della socializzazione allo University College di Londra, spiega che questo impiego della VR in ambito social non è altro che una versione più sofisticata di Skype.
La grande utilità è legata al fatto che la VR permette di comunicare con più semplicità, non solo utilizzando la voce, ma anche attraverso le espressioni del viso ed il linguaggio del corpo.
Tuttavia i margini di miglioramento sono ancora molto ampi in quanto le gli avatar e i loro movimenti risultano ancora un po’ troppo scattosi. Nulla di negativo se si considera che Facebook sta percorrendo strade ancora poco esplorate da altri social network, ma anzi, ci fa capire quanto siano consistenti gli investimenti dietro questo progetto e il fatto che continueremo a sentirne parlare.
L’approccio di Skype
Se l’idea di Facebook è quella di trasportare la socializzazione all’interno di un mondo totalmente virtuale, dove le figure umane sono sostituite da veri e propri avatar, diverso è l’approccio di Skype, altro grande servizio che ha nella socializzazione il suo fulcro.
Diverso approccio significa anche diversa tecnologia utilizzata.
Skype predilige infatti l’impiego dell’AR, meglio nota come Realtà Aumentata. Se nella VR assistiamo alla realizzazione di un mondo totalmente virtuale, nella Realtà Aumentata abbiamo la presenza di elementi virtuali che vengono inseriti all’interno del mondo reale permettendo una perfetta coesistenza dei due.
Il funzionamento è molto semplice, ma è possibile solo tramite il device brandizzato Microsoft: gli HoloLens. Indossando il visore infatti è possibile mantenere una visione nitida e chiara della realtà, alla quale si possono sovrapporre elementi virtuali: gli ologrammi.
Usare Skype su HoloLens permette di visualizzare la schermata generalmente fruibile da desktop o da mobile in versione 3D letteralmente sospesa in aria e posizionata dall’utente nello spazio a seconda delle sue esigenze.
Tuttavia questo sembrerebbe rappresentare solo una prima fase realizzativa di un progetto molto più ampio e complesso. Il sistema di comunicazione alternativo è già stato usato dalla Nasa che ha impiegato i Microsoft HoloLens a bordo della Stazione Spaziale Internazionale come mezzo di comunicazione avanzato fra gli astronauti e la base terrestre di Houston, negli USA.
Tuttavia ci vorrà ancora tempo prima che questo tipo di esperienza sia venduto alle masse in quanto il device non è ancora disponibile sul mercato consumer, ma l’impiego dell’AR ci fa intuire come l’approccio e la concezione della socializzazione per Skype sia totalmente differente rispetto a Facebook.
Due modi di socializzare a confronto
La prima riflessione spontanea dopo l’analisi dei due approcci adottati e la scelta delle diverse tecnologie consiste nel fatto che la tecnologia fornisce già un ampio aiuto e supporto alla socializzazione.
A partire dai primi personal computer che permettevano lo scambio di mail, fino ad arrivare agli smartphone che permettono di rimanere in contatto con i propri contatti ovunque ci si trovi, anche in mobilità.
La sfida del futuro è quella di abbattere e vincere le distanze fisiche in un mondo dove gli spostamenti sono all’ordine del giorno.
Tuttavia lo stesso obiettivo può essere raggiunto con due modalità totalmente differenti. Facebook lavora alla realizzazione di un mondo totalmente virtuale e fittizio, fatto su immagine e somiglianza del mondo e degli utenti reali e che dia quasi l’illusione di vivere in un cartone animato. Skype invece vuole che l’utente mantenga il contatto con la propria realtà e dimensione e, all’interno di questa, pone gli elementi di socializzazione.
Due soluzioni diverse, due tecnologie con caratteristiche e che regalano all’utente costumer experience differenti. Un solo obiettivo di partenza: valorizzare la socializzazione andando a rispondere ai bisogni dell’utente.
Non sappiamo dove porteranno queste due soluzioni, ma siamo pronti ad aspettarci tante belle sorprese.
Sources:New Scientists, HT Novo, Gizmodo