L’impatto che sta avendo l’Intelligenza Artificiale nel mondo dell’Healthcare è un tema che è stato affrontato in numerosi articoli e di cui ormai si parla sempre di più.

L’avvento dell’AI, infatti, viene paragonato da molti a quello dello stetoscopio al punto che alcuni dicono che rappresenti lo stetoscopio del ventunesimo secolo.

Proprio come avvenuto per questo strumento, ormai fondamentale per ogni medico, anche per l’Intelligenza Artificiale si sta riscontrando, in alcuni casi, una difficoltà di integrazione e di utilizzo.

Se per lo stetoscopio ci sono voluti decenni prima che, dal momento della sua invenzione nel 1819, i medici iniziassero ad utilizzarlo, lo stesso sta avvenendo per l’Intelligenza Artificiale: nonostante sulla carta vi siano numerose soluzioni e ambiti di applicazione, non in tutti i Paesi riesce ad essere integrata all’interno del sistema sanitario come componente fondamentale per aiutare i medici a svolgere al meglio il loro lavoro.

I motivi sono differenti: scetticismo, mancanza di una cultura tecnologica, carenza di risorse economiche e difficoltà nel capirne le possibili applicazioni sono solo alcuni esempi.

Quando si parla di tecnologie dotate di AI, quindi, bisogna considerare come integrare l’Intelligenza Artificiale nel sistema sanitario, affinché se ne diffondi con efficacia e successo l’utilizzo.

I limiti del sistema sanitario

Per introdurre una soluzione basata sulla tecnologia è necessario pensarla in un’ottica di lungo periodo. Per questo è necessario sia conoscere i limiti attuali dell’AI che saperne prevedere la sua evoluzione per integrare il prima possibile le nuove soluzioni.

Considerando il veloce sviluppo di questa tecnologia, emerge ancora più chiaramente che una volta implementata la soluzione deve essere continuamente aggiornata per non renderla obsoleta nel giro di poco tempo.

Questo si traduce ovviamente in un impegno economico che deve anch’esso essere di lungo periodo e che non tutti i sistemi sanitari purtroppo sono in grado di sostenere.

Le difficoltà dei medici

Come è possibile introdurre un Assistente Vocale per aiutare il medico nella stesura di un referto se questo ancora viene scritto a mano e non al computer?

Per far sì che i clinici utilizzino in maniera corretta queste tecnologie è necessario che vi sia una maggiore cultura digitale, che da una parte serve per non creare aspettative irrealistiche in merito ad una nuova tecnologia e dall’altra per aiutare a comprenderne i vantaggi derivanti.

Soluzioni come i Chatbot, infatti, non devono essere percepite come sostitutive dei loro ruoli e competenze ma piuttosto come un aiuto importante per poter svolgere al meglio il loro lavoro.

Nel caso invece degli algoritmi predittivi, l’AI può aiutare il medico ad individuare con maggiore certezza il tipo di patologia ma non potrà mai sostituirsi al clinico nella valutazione di una possibile resistenza alla terapia o ad altri fattori critici da tenere in considerazione.

 Il supporto legislativo

L’introduzione di queste tecnologie necessita di un supporto anche da parte della legge: di chi è la responsabilità nel caso vi sia una errata interpretazione di un referto? Come fare per garantire la sicurezza dei dati dei pazienti? Cosa succede se un Assistente Virtuale, fraintendendo la domanda, non fornisce un’informazione corretta al paziente, pregiudicando così la riuscita della terapia?

L’introduzione e la diffusione di questa nuova tecnologia deve dunque essere accompagnata anche dall’aggiornamento del sistema legislativo, con la creazione di norme ad hoc, proprio come è accaduto con l’avvento di Internet.

Essere consci dei limiti attuali comuni a molti sistemi sanitari è fondamentale per far sì che, laddove già diffuse, le tecnologie che sfruttano l’Intelligenza Artificiale abbiano successo e siano utilizzate nel giusto modo. Dall’altra parte, invece, serve per capire dove, prima ancora di introdurre la novità tecnologica, sia necessario intervenire per far sì che questa possa poi trovare un terreno fertile e regolato in cui svilupparsi e diffondersi.

 

 

Sources: MedicalFuturist, 123RF