Nei precedenti articoli, si è parlato molto di come i wearable stiano rivoluzionando il settore sanitario. Grazie a questi piccoli dispositivi, è possibile raccogliere numerosi e preziosi dati sulla salute dei pazienti. Uno dei motivi di abbandono nel loro utilizzo, risulta però essere il fatto che i pazienti li avvertono come un oggetto estraneo a volte anche scomodo da indossare. La soluzione potrebbe allora essere nei tatuaggi wearable.

Wearable e sensori sempre più piccoli

Diverse Aziende nel mondo dell’Healthcare sono già da tempo al lavoro per sviluppare dispositivi sempre più piccoli, che possono essere utilizzati per diversi scopi.

I sensori ingeribili, ad esempio, permettono di effettuare analisi in maniera non invasiva.

Altri wearable, invece, sono stati studiati per essere integrati all’interno delle fibre dei vestiti. Sono così utili per monitorare alcuni parametri, come la frequenza cardiaca, i passi e la respirazione, di uno sportivo. Utilizzare un device invisibile ha infatti il grosso vantaggio di non interferire con le performance dell’atleta.

I vantaggi dei tatuaggi wearable

Se si può parlare oggi di tatuaggi wearable è grazie non solo alla ricerca e sviluppo in questo settore ma anche alla stampa 3D, utilizzata per stampare circuiti elettronici flessibili e sottili, applicabili direttamente sulla pelle.

I risultati ottenuti fino ad ora sono più che positivi. Innanzitutto questi tatuaggi non hanno al momento fatto registrare alcun tipo di reazione sulla pelle. Sono infatti dispositivi flessibili e impermeabili che, grazie alla presenza di una coppia di elettrodi al loro interno, possono comunicare con smartphone o altri dispositivi collegati.

Un altro vantaggio è la mancanza di batteria. Il paziente può così indossare questa soluzione in maniera costante, senza il rischio che si dimentichi di caricarla. L’energia necessaria per poter funzionare viene ottenuta grazie a processi fisiologici che avvengono nel nostro corpo.

Il contatto diretto con la pelle contribuisce inoltre a rendere le loro misurazioni molto più accurate e di registrare valori difficili da monitorare con altri wearable, come ad esempio il pH della pelle.

Infine, l’adesione sulla pelle fa sì che in futuro potrebbero aiutare nella rilevazione di importanti correlazioni che non possono al momento emergere utilizzando altri dispositivi. Ad esempio, la registrazione dei movimenti muscolari, non possibile con uno smartwatch, potrebbe essere utile per anticipare eventuali malattie neurodegenerative.

I prossimi sviluppi

La ricerca e sviluppo si sta concentrando adesso soprattutto sull’individuazione del miglior materiale da utilizzare per realizzare questi dispositivi. Ad esempio, alcuni esperimenti hanno portato alla luce come i patch realizzati con il grafene siano in grado di rilevare meglio di altri le attività elettriche del corpo. Grazie a questi wearable sarebbe quindi possibile studiare alcune attività, come quella elettrica del cervello, del cuore e dei muscoli.

Quello che al momento è certo è che i tatuaggi digitali contribuiranno a rendere l’assistenza sanitaria e la prevenzione sempre più costante ma allo stesso tempo invisibile nelle nostre vite.

La diffusione di questi tatuaggi potrebbe infine aprire le porte anche ad altri interessanti scenari non solo in ambito medico-sanitario.

 

Sources: LinkedIn, 123RF